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  Voci della poesia
 
Giacomo Trinci
   
XIV

Alta si leva la nottata esausta
e sul tuo collo campa, s'accanisce
il dente. Dalla luna qui finisce
il sonno in una frusta
parola invelenita che mi torce
i bracci...ed il suo peso svolge.

VI

Il dogma del mattino ecco rinasce
con le luci, i rumori consueti...
toglimi signore il corpo, le tempie.

Conquistami la spoglia senza ambasce,
m'entra tutto tenebre nei divieti
del cuore, o mio complice di sempre!...

(da Cella, Pananti 1994).

libera animas

Rimani qui con me, vana poesia,
sola via di salvezza, anima pia!
Resta inchiodata qui, sulla mia croce,
mentre non ho, mentre non ho più voce.
La notte tiene il cuore, il corpo avvinto,
l'ultime lotte hanno il sopore spinto
ad invadermi tutto, a liberarmi.
Rimani qui con me, son spoglio d'armi,
stolta poesia, solo mio nido in canti!
Prendimi nella stretta dei tuoi guanti,
rendimi pace, dopo tanti schianti!

(da Resto di me, Aragno 2001)

 

Giacomo Trinci è nato a Pistoia nel 1960. Poeta e traduttore, ha pubblicato le raccolte di versi Cella (Pananti 1994), Voci dal sottosuolo (L'Obliquo 1996), Telemachia (Marsilio 1999; Premio San Pellegrino 1999 e Premio Montale 2000), Resto di me (Aragno 2001), Autobiografia di un burattino (Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia 2004). Collabora all'inserto culturale del "Manifesto" "Alias" e all'"Antologia Vieusseux". Ha tradotto Adonis. Ha collaborato con un'ampia serie di versioni poetiche al volume di "Repubblica" Poesia Araba di Francesca Corrao.