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Anno 2008
  Claudio Magris
 
da Alla cieca
 

Claudio Magris Vede, le polene le hanno sfrattate dal mare e si barcamenano come possono, ne ho scoperta più d’una sotto l’acconciatura esposta in vetrina da un parrucchiere o sotto il vestito di un negozio d’abbigliamento – ben mascherata, un manichino come si deve, ma a me non è sfuggita. Però ho fatto finta di niente, ognuno si arrangia come può. Una, legga qui, quella della Rebecca, una baleniera di New Bedford, l’abbiamo sepolta fra i sassi in riva al mare. Sotto le ossa dell’onda, si dice in Islanda, abbiamo bevuto una birra in suo onore, la sua birra funebre; pure le donne devono averla, è giusto, ci siamo ubriacati e abbiamo cantato sulla sua tomba di rena e di sassi l’ufficio dei defunti. Anche sconcezze, come è giusto; la morte è sconcia e il dolore è sconcio. Vorrei pisciare sulla mia tomba, su una tomba bisogna annaffiare i fiori, no? Lo faccio anche, quando nessuno mi vede, là, nel parco di Saint David.
Su quella di Rebecca abbiamo solo rovesciato della birra, ma non l’abbiamo fatto apposta, è che eravamo un po’ ubriachi; del resto le onde l’hanno lavata via subito, quell’odore rancido è svanito nella salsedine e adesso non c’è più niente, neanche la tomba, la marea l’ha grattata e risucchiata via, forse ora lei fluttua in alto mare, corrosa dall’acqua, legno che non si distingue più da qualsiasi altro relitto d’un naufragio. Anche un viso di carne si guasta presto, i pesci lo divorano ed è subito irriconoscibile, un’irriconoscibile immondizia del mare. Maria l’ho spinta io, in alto mare e sotto il mare; l’ho buttata in pasto agli squali e così hanno risparmiato me. Feroci zanne l’hanno strappata dalle mie braccia – no, sono io che l’ho lasciata andare, che l’ho ficcata fra quelle zanne, ancora più avide, perché il suo cuore sanguinava e le bestie al sapore del sangue si eccitano ancora di più, gli aguzzini frustano con più allegria quando vedono il rosso colare dalle schiene.
Così è sparita in quel mare scuro, in quell’ombra. Ma ho letto che qualche volta le polene naufragate ritornano. Maria è sparita nel mare aperto, la nave è dileguata all’orizzonte e quando ho sentito dire che stava ritornando in porto ho anche sentito dire che tornava senza di lei – lei non c’era più, l’avranno buttata fuori bordo a tradimento, certo come potevo pensare che una piccola spinta...