Seguendo nera scia d'illustre fiume,
compare, emergendo orizzontale,
disteso e chiaro di vetusto lume,
dell'acque sagge, diadema regale.
Troneggian le casette sorridenti,
stan sotto braccio fianco a fianco fitte
e chiacchierando sugli eterni eventi,
comari tosche, radunate strette.
Biancheggia nella notte fiorentina
spicchio di luna che sbiadisce il cielo
occulta l'astri, invida regina,
mirandosi, sull'Arno graffia un velo.
Così anche il Ponte adorna l'acque tetre
e le corona, spicchio di splendore,
che faro indicatore d'arte l'opre,
ammanta il rivo di crespo pallore
Sussurra, il fiume, mormorii incessanti,
serpeggia nero e fende la Maremma
e i suoi bui flutti paiono dei pianti.
Passando il Ponte languido di flemma,
la Storia narra ai pellegrini amanti
sul Ponte, di ninfea la bianca gemma |