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testi

ANNA ELISA DE GREGORIO
"Precarie Mappe"


La polvere di cui sono fatta
viene dai quattro angoli della terra:
solo il luogo che ho scelto per nascere
è il centro del cuore di mia madre.

Il lavatoio di Fontebranda
(sezioni di tempo)

Di corsa dal Vicolo del Tiratoio
per tornare a vedere Fontebranda,
più che ricordi incontro sambuchi,
parietarie sui muri e un felice silenzio.

Mi giro sull’asfalto e non c’è anima
viva in questa faccia segreta di Siena:
ciondolano due ragazzini in vacanza,
neanche mi vedono e non fanno storia.

C’è frescura di cripta sotto le arcate:
umido di panni e di soda per sempre
ha lisciato le pietre dei lavatoi,
corde di sole s’infilano dai buchi del tetto.

Qualche foglia sottile da non fare ombra
che neppure sfiora l’acqua e non la cambia
di robinie sparse dall’estate nelle vasche:
inconsistenti pensieri quanto il loro peso.



Fortezza Medicea
(una magia imperfetta)

Fra i carrubi dei miei quotidiani bastioni
striscio la ghiaia con forza
e segno il mio sentiero di noia
col cuoio duro delle scarpe nuove.

Quale forma ritaglio per l’aria
con la Torre il Duomo i tetti invecchiati
belli da marcare il cuore
in ogni luce e in ogni giorno?

Abracadabra traccio col dito
sul cielo di vetro e poi torno indietro
arbadacarba urlando a nessuno
e ripeto lo smerlo del panorama.

Mai affacciarsi a guardare
l’intrico dei rovi qui sotto
troppo vicini si vedono liberi i topi
e i gabinetti con ambigui bagnati via vai.

In faccia al sole un soldato seduto
sulla panchina apre il cappotto
al suo solitario orribile fiore
di sfida alla vita che preme.

Una trappola di fiorellini la gonna
d’improvviso cortissima al vento
«Torna indietro tempo ti prego»
fitto fitto ripeto e ripeto correndo.



La Piazza del Campo
(la corsa dell’Istrice)

Arrampicata
sulla staccionata
fantino virtuale
e insieme vedetta:
la mia contrada
era pista e centro,
a dita incrociate
su una speranza
aspettavo la corsa
dell’Assunta.*

Mai pensato
il dolore del cavallo,
quelli erano gli anni
delle nerbate
giuste: il nonno accanto,
che non capiva
il Palio, legato
a me per amore
in totale pazienza
come Giobbe.

Avvolti dalla piazza
in mezzo a tanti,
il vecchio e la bambina
sotto il sole:
è banale raccontare
che il vecchio
si stringeva in testa
un fazzoletto?
Per una volta
si cenava tardi.

* Il palio dell’Assunta si corre nella Piazza del Campo a Siena il 16 agosto.



Via Camollia
(obbedire al padre)

Ventagli di paura i ballatoi,
appena fuori la porta di casa:
correndo per le scale al portone,
già perdute bambole e carrozzine,
persi Giamburrasca e gatto Romolo,
anch'io ristretta a un'ombra sola sola.
Scatta l'interruttore della luce,
ma restano i vampiri, spalancati
mantelli e dita rampicanti sul muro,
colpa della lampadina lassù.
Se chiudo gli occhi nessuno mi vede,
cento metri di portoni sboccati
e un lume fino alla tabaccheria.
Al ritorno col resto stretto in mano
un pacchetto di Nazionali dure.



La Piazza del Sale
(una madre imperfetta)

Cominciava il silenzio
nelle stanze a novembre:
prendeva grandi spazi,
molto più di un inverno.

Le persiane serrate
sulla Piazza del Sale:
una morte banale
come tante quell’anno.

Si costruiva il tempo
di un’adolescenza:
segregate in un bozzolo
infinite domande.

Premonizione in aria
di varianti obbligate:
paura e insieme incanto
le forme dell’attesa.



Il cimitero della Misericordia
(una visita sempre rimandata)

Forse so dove vanno gli angeli
quando lasciano i loro protetti
per scaduti improrogabili termini.

Ho capito perché cercano i cimiteri,
approdi perfetti di ogni viaggio
e prendono forme bianche di gesso.

Per salvare smemorate preghiere di vecchi
oppure giovanissimi pensieri morti
ancora stupiti in mezzo ai crisantemi.

Trovano casa nuova alla Misericordia,.
le ali coprono quello che già nessuno vede,
voci da troppo senza corpo, senza ricordo.