In nome di Dio, aiutami! Ché tanto
amor non muta e muta mi trascino.
Ancora sete ho di te... soltanto
sola a te solo e col sole declino.
O marea d’amore viverti accanto
e arresto del cuore, amor mio divino,
che eterni della vita luce e canto.
La mia ne muore... dal ricordo sino
al qui ancora verso il cuore in cammino,
verso te, mio dissorte eppur destino...
se non di morte... ora di te rimpianto...
e il mare discolora il mio mattino.
Ma tu incatenami all’amato incanto,
resta, è giorno, vieni più vicino.
***
Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera... rallenta... disorientami.
Cuocimi bollimi addentami... covami.
Poi fondimi e confondimi... spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami... ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami... comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
***
Amore dove sei? sto così male...
Quest’alba che non viene è un tuo segnale?
Del cuore non ho più il chi e il quale
e del resto infinito abituale...
Alcuni versi del mio memoriale.
Amore senza amore, criminale,
saluta pure tu l’alba immortale!
Io non posso farti bene del male
così, senza il magnetismo visuale,
così, da questa dimora infernale
dove il malato è detto “terminale”…
La loro lingua, sempre più triviale!
Dicevo, amore mio, sto così male…
Era il male d’amore, il più banale.
A me il male si getta con le pale,
mi seppellisce, dicevo, animale...
Adesso basta con le rime in ale!
Incurante di me, lassù, risale...
Ancora? basta, ho detto... la mia aurora,
la bella aurora, riposata, eguale.
Non stavo mica tanto male allora...
Ma, a forza di ripeterlo, si sa,
si finisce col crederlo, ed è fatta.
È il principio della pubblicità.
Perché non è la vera infermità,
perché è malizia ed arroganza matta,
pietà... pietà... che sete di pietà
in un povero corpo che si sfa...
... allora, quando studiavo a Venezia.
Venezia! Oh! ti rivedo, mia città
prediletta, funereo fresco fiore
in estati di sole che si screzia
sulle mie beatitudini d’amore!
Quella era l’epoca del mio splendore:
vivevo giorni vividi e sereni,
vivevo notti di trecento ore...
Tutto l’azzurro e tutto l’oro... Azzurro,
da un’altra vita della vita, vieni,
vieni a fare il mio cuore tutto azzurro!
Oh, tutto azzurro... tutto pieno d’oro...
azzurro e oro... e tutto trascolora...
Anima mia, mia luce e mio tesoro,
se non mi amavi allora, amami ora...
tra azzurro e oro... al sangue dell’aurora...
col sangue... oh, più insanguinati ancora...
Fammi annegare, amore, nel tuo amore...
d’azzurro e oro... e ora trascolora...
Io vivo quando muoio per amore!
in quell’azzurro tutto pieno d’oro...
io tramontavo... e tutto trascolora...
aspetta ancora azzurro, ancora imploro...
tramontavo nel sangue dell’aurora...
nell’azzurro e nell’oro... ad implorare...
tu non mi amavi, non mi amavi ancora...
tu tenevi in custodia la tua vita...
Tesoro, aspetta... sì, fammi tremare
e palpitare sotto le tue dita...
Rimetteremo in moto cento cieli...
d’oro e d’azzurro...oh, d’azzurro e d’oro...
se staremo distesi e paralleli...
sì, mettimi una mano tra i capelli...
sto migliorando... vedi che miglioro...
cuore ferito da mille coltelli
che mi sanguina ancora... azzurro e oro...
che sanguina... tesoro, oh mio tesoro...
***
Forse dovrei imparare a separare...
Ma tutto è unito... sono tutta unita...
sostanza e tempo sono inseparabili,
come misura e moto, organo e vita...
Avessi mani sopra tutto il corpo
e labbra sulla punta delle dita
o fossi straripante come i fiumi...
inonderei di ferita in ferita
la vita che mi sfugge volteggiando
sopra l’infanzia sempre mai finita...
***
Di luce in luce vengo verso te,
e la luce si fa sempre più chiara.
Poso la testa sopra i tuoi ginocchi…
Sto bene… Ce la faccio, anima cara…
Guarda! Il cielo è sereno… È tutta luce
la neve sulle cime dello Schiara!
La prime due poesie sono tratte da Medicamenta e altri medicamenta (1989), la terza da Corsia degli incurabili (in Prima antologia, 1998), le ultime due da Libro delle laudi (2012). Tutte e tre i libri sono editi nella «Collezione di poesia» di Einaudi.
|